Sant'Antonio da Padova, o da Lisbona, è un santo conosciuto e amato in tutto il mondo.
Innumerevoli sono le grazie che per sua intercessione Dio ha concesso a coloro che lo hanno con fede pregato e invocato. Enormi e straordinari sono i fatti storici di natura miracolosa che si sono fedelmente tramandati per confermare nella Verità cattolica il popolo cristiano. Sulla vita di questo testimone dell'onnipotenza di Dio si conosce tanto e considerato che i credenti necessitano di esempi corroboranti da meditare vorrei ricordare due eventi miracolosi che non potranno che far bene alle nostre anime.
A Napoli, nel1623 vennero smascherati e successivamente arrestati dei coniatori e spacciatori di monete contraffatte. La città, all’epoca, era governata dal vice re Antonio Alvarez Toledo, V duca d’Alba. I falsari furono processati con una certa superficialità e condannati alla forca. Il vice Re vietò a chiunque di entrare a palazzo per chiedere la grazia, che non sarebbe stata concessa a nessuno degli accusati. Tra questi fu coinvolto un padre di famiglia estraneo ai fatti e quindi innocente. Sua moglie fece preparare una “memoria” difensiva da un avvocato con annessa la richiesta di grazia. Come era prevedibile il documento fu respinto, la donna, addolorata, fece l’unica cosa per lei ancora possibile: un atto di fede. Si recò nella chiesa di San Lorenzo Maggiore e lasciò il documento cartaceo davanti all’altare di Sant’Antonio da Padova. Il giorno dopo la “memoria” risultò firmata e il marito fu messo in libertà. La notizia trapelò, lasciando interdetti tutti coloro che ne vennero a conoscenza. Il vice Re interrogato a riguardo dichiarò di aver ricevuto la visita di un frate giovane, di bell’aspetto e di sorprendente cultura, che gli fornì prove certe dell’innocenza del giovane. Lo stesso religioso aveva con se il documento che il Toledo firmò. Il vice Re decise successivamente di andare a San Lorenzo Maggiore per incontrare nuovamente quel francescano così buono e carismatico. Chiese al frate Guardiamo informazioni, ma giunto all’altare posto nel transetto di sinistra riconobbe con immenso stupore il giovane sacerdote che gli aveva fatto visita. Un frate morto e canonizzato circa 400 anni prima, e che era entrato a Palazzo ignorando le guardie e le porte chiuse. Questo fatto storico ci insegna che la Fede non solo smuove le montagne, ma fa scendere i santi dal cielo per farci ottenere quanto con la preghiera chiediamo loro animati dalla fiducia.
Sant'Antonio da Padova e la mula dell'eretico.
Il santo, conosciuto come il “flagello degli eretici”, fu sfidato da uno di loro che non credeva nella presenza reale di Gesù Cristo nella Santissima eucarestia: “Basta con le parole, andiamo ai fatti. Se per qualche miracolo potete provare davanti a tutto il popolo che il corpo di Cristo è davvero presente nell’Ostia consacrata, abiurerò le mie idee e mi sottometterò alla fede che tu professi”. “Accetto la sfida”, replicò subito Sant’Antonio, pieno di fiducia nell’onnipotenza e nella misericordia del Divin Maestro. “Ecco cosa propongo: a casa ho una mula. Dopo averla lasciata chiusa tre giorni senza cibo la porterò in questa piazza. Alla presenza di tutti, le offrirò un’abbondante quantità di avena da mangiare. E voi le presenterete quello che dite essere il corpo di Gesù Cristo. Se l’animale affamato abbandonerà il cibo per correre verso quel Dio che secondo la vostra dottrina dev’essere adorato da tutte le creature, crederò con tutto il cuore all’insegnamento della Chiesa cattolica”.
Il giorno stabilito, accorse gente da ogni luogo, riempiendo la piazza in cui si sarebbe realizzata la grande prova. Tutti, cattolici ed eretici, erano frementi per quell'insolito appuntamento. Lì vicino, in una cappella, fra’ Antonio celebrava la Santa Messa con angelico fervore. Arrivò l’albigese, spingendo la sua mula, mentre una persona portava i cereali preferiti dall’animale. Una folla di eretici lo scortava, assaporando la vittoria che riteneva scontata.
In quel momento uscì dalla cappella Sant’Antonio, tenendo in mano il ciborio con il Santissimo Sacramento. Un sacro silenzio squarciò l'aria. Rivolgendosi alla mula, disse a voce alta: “In nome e per il potere del tuo Creatore, che nonostante la mia indegnità ho realmente presente nelle mie mani, ti ordino, povero animale: vieni senza indugio a inchinarti con umiltà davanti a Lui. Gli eretici devono riconoscere che ogni creatura presta sottomissione a Gesù Cristo, Dio creatore, che il sacerdote cattolico ha l’onore di far scendere sull’altare!”.
Allo stesso tempo, l’albigese, mise l’avena sotto la bocca della mula affamata, incitandola a mangiare. Oh, prodigio! Senza prestare alcuna attenzione al foraggio che le veniva offerto, non ascoltando altro che la voce di fra’ Antonio, l’animale si chinò sentendo il nome di Gesù Cristo, e poi si inginocchiò davanti al Sacramento di Vita, come per adorarlo. Vedendo questo, i cattolici esplosero in manifestazioni di entusiasmo, mentre gli albigesi rimasero stupiti e confusi. Il padrone della mula, mantenendo la parola data a Sant’Antonio, abiurò l’eresia e divenne un fedele figlio della Chiesa cattolica.
Questo evento soprannaturale non è propriamente “politicamente corretto” per quel che concerne un certo ecumenismo, ma chi oserebbe mai contraddire Dio e il Suo amato Antonio? E soprattutto guardiamo a noi che spesso riceviamo Gesù eucarestia senza le giuste disposizioni d'animo e con mancanze di rispetto se non addirittura di fede. Rimembrando la vita del grande sant'Antonio da Padova dovremmo ricordarci che la preghiera mette fine a ciò che noi etichettiamo come “impossibile”. Questa onnipotenza a noi accessibile non è certo magia; essa costa il coraggio ardito della fede, costa l’eroica virtù della perseveranza, costa le lacrime della penitenza... ma guadagna l’inimmaginabile. Questo ci insegnano i santi e questo dobbiamo assolutamente apprendere e praticare nel tempo di questa vita.
Tratto da un libro sulla preghiera che sto ultimando, vi anticipo questa mia invocazione al santo francescano da me composta, augurandovi tutto il bene che Dio vi vuole.
Amato Sant'Antonio, "Dottore evangelico", tu che per 35 anni spandesti al tuo passaggio grazie e miracoli arricchendo la Terra della Verità che solo Gesù Cristo è, arricchisci le nostre anime delle fragranze di Pace che nel Cielo respiri nella visione beatifica. Tu che sperimentasti le ineffabili carezze del Bambin Gesù che Maria Santissima si compiacque di farti tenere sul tuo puro petto, fa' che le Grazie che imploriamo ci siano, per tua potente intercessione, donate per poter far anche noi esperienza delle carezze del divino Fanciullo e per più amarLo e sempre di più lodarLo. Impetraci, o caro Antonio, il tuo celeste aiuto ché siam miseri e indegni e da noi stessi non possiamo conseguir questi santi beni. Amen.