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Christus Resurrexit, Alleluia!

in April 15, 2022

 

Tutto sembrava perduto.
La morte del Maestro aveva sradicato nei discepoli la Fede. A nulla servirono, in quelle interminabili e inesorabili ore, il ricordo dei miracoli portentosi a cui avevano assistito. A nulla giovarono le Parole di vita Celeste che il Signore aveva donato ai loro cuori. Era morto. Morto di una morte orribile. Non era vero niente. Tutto un inganno”. Questa la tentazione, questa la deduzione oggettiva. Ma Dio riserva la Sua ultima parola per il momento in cui noi andiamo in riserva con le nostre e, finalmente, taciamo. Così fa l’amore, si nasconde, a volte, ci prova... ci fa sperimentare la desolante sensazione che sia tutto finito e che nulla sia stato come avevano inteso e creduto. La morte ci spoglia, ci sfoglia, ci sfalda. Ci fa crollare con le nostre miserabili povertà, ci detronizza e ci esorcizza. Non ha l’ultima parola, no, non c’è l’ha. Possiede la penultima. La resurrezione è la perfetta chiosa di ogni morte, è il prologo perfetto di ogni vita che d’amore viva

 

Ho scritto questa breve meditazione dopo aver più volte compenetrato, specie nella preghiera, il mistero della morte che si affaccia alla vita di ogni essere umano e ne travolge il destino. Il Cristianesimo conferma e spiega questo anelito alla vita eterna e lo fa con un fatto storico ampiamente documentato, Anzi, il più documentato.

 

La resurrezione di Gesù Cristo.

Se Gesù è risuscitato da morte ed è, quindi, ancora vivo, anch’io vivrò eternamente; se è scomparso, anch’io mi annienterò, e vana sarebbe ogni fede in Lui e in ogni altro dio. Proprio perché la resurrezione è il nodo centrale, il cardine di tutto, sono state studiate tutte le ipotesi per negarla, cercando così di “demolire” tutta la fede cristiana.

A favore dell’onestà degli evangelisti e dell’attendibilità della Resurrezione di Cristo bisogna ricordare che nessuno dei 4 Vangeli descrive l’istante della resurrezione. Se fosse stata una loro invenzione sarebbe stata la prima cosa da raccontare, magari scendendo anche in dettagli. Non solo: gli Apostoli furono anche duri a credere alla resurrezione, quale autore scrivendo di evidenzia non le proprie virtù ma invece paure, rinnegamenti,debolezze, questo hanno fatto gli Apostoli.

Nonostante la testimonianza data dalle Pie Donne. S. Tommaso non crede neanche agli altri discepoli, finché non può vedere egli stesso, addirittura pretendendo di mettere il suo famoso dito nei buchi dei chiodi e la sua mano nel costato di Gesù risorto. Sarebbe stato un atteggiamento saggio da parte degli Apostoli sottolineare così tristemente la loro incredulità se i Vangeli fossero stati manipolati e inventati dai cristiani a proprio uso e consumo? Che senso avrebbe chiedere a noi di credere in Qualcuno al quale non hanno creduto neanche loro che erano testimoni e amici di Gesù? Perché poi far apparire Gesù risorto prima alle donne, dato che per la mentalità e la cultura ebraica la testimonianza delle donne era nulla, ininfluente, se così non fosse realmente avvenuto?

 

Senza la resurrezione non si spiega il Cristianesimo.

Essa è l’avvenimento centrale che è causa di tutto. Né si può spiegare la resurrezione morale degli Apostoli e la loro conseguente predicazione. Se Gesù non fosse risorto, la sua storia si sarebbe chiusa nel Suo sepolcro. Gli Apostoli erano già rassegnati e avevano considerata chiusa la vicenda di Gesù. Non si sognavano neanche, di rivedere vivo Gesù. Erano rimasti troppo impressionati e demoralizzati, nel vederlo torturato orribilmente, crocifisso e trafitto al cuore. Erano rimasti scandalizzati dalla Sua apparente impotenza. Che cosa ha reso questi stessi uomini, paurosi e spaventati, improvvisamente coraggiosi, forti e pronti ad affrontare carcere, flagelli e morte? Non può esistere altra spiegazione: essi hanno constatato la resurrezione e ricevuto lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste. E da poveri, disarmati, scoraggiati e senza prospettive di vantaggi terreni, hanno saputo andare incontro a povertà estrema, a persecuzione e morte sicura, contenti e gioiosi. 

Gli Atti degli apostoli ci informano che dopo poche settimane dalla Pentecoste (che cade 50 giorni dopo la S. Pasqua) il numero dei cristiani era salito a 5.000. Gesù fu visto risorto da ben 500 discepoli, che predicarono come testimoni oculari. E le conversioni si estesero per tutta la Palestina, la Fenicia e la Siria. Gli Apostoli, poi, furono creduti perché continuarono ad avere il potere di fare miracoli e cacciare i demoni. In definitiva la santa Pasqua di resurrezione è la nostra festa, è la vittoria della luminosa Speranza contro i tenebrosi abissi insondabili che macchiano il futuro remoto di ogni vivente. Risorgendo, Gesù, ci ha dimostrato che la morte è vinta e che oltre il muro di cinta dellafinitezza si schiude un giardino di delizie nel quale saremo sempre giovani, sani, belli efelici. Un regno d'amore attende ogni uomo di buona volontà, un paradiso nel quale tutte le attese lungamente aspettate ci attendono sempre e non ci disattendono mai.

La Pasqua ci invita anche a fare i conti con le nostre anime che possono risorgere già da ora grazie al sacramento della Confessione. Dio ci aspetta nel confessionale per farci sperimentare la gioia della resurrezione nella quale l'anima, lavata dal peccato, torna a brillare dell'amore di un Dio che ci ha amati fino alla morte, ma in vista della vita eterna.

 

 

 

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